Un Presepe…

definiamolo pure minimalista, semplice, povero e anche fuori dagli schemi, oltre che dalle comuni usanze.
Un Presepe lontano da quell’idea delirante di un Natale ricco, luminoso , agitatissimo e pieno di regali , regali e ancora regali …

Quando, a settembre, ci siamo incontrate per decidere quale presepe avremmo allestito, sono partite tante proposte, tutte interessanti, compresa quella di utilizzarne uno degli anni precedenti.

Come sempre, però alla fine, ha prevalso il desiderio di offrire ai nostri piccoli qualcosa di nuovo: un Presepe che avrebbe non solo celebrato la Natività, ma che fosse in grado di promuove la “nascita” o la “conferma” di un sentimento nuovo e, allo stesso tempo, antico ,ossia l’ amore per il prossimo.

Ed ecco che ,magicamente, abbiamo trovato l’intesa sulla scelta e abbiamo iniziato a dare corpo all’idea in un corridoio del piano interrato raccogliendo materiale, dividendoci i compiti, muovendoci come api operose e chiacchierine piene di entusiasmo e perplessità.
In quei momenti siamo state falegnami, sarte, pittori, trasportatori, il tutto con gioia, sperando in un buon risultato.Così è nato il nostro Presepe, realizzato con tronchi di legno provenienti da lontano e raccolti sulle nostre spiagge.
Il mare che in questi ultimi anni è stato teatro inconsapevole di dolore, a noi ha permesso di raccontare la nostra Natività.


Abbiamo dato nuova vita ai materiali raccolti per la rappresentazione dei nostri personaggi e dell’ambiente in cui li abbiamo sempre immaginati.
La nostra Sacra Famiglia volutamente non ha un volto ben definito sia per tratti che per colore, visto che appartiene a tutto il mondo.
In questo modo ciascuno può identificarli solo con il proprio cuore.

Katia Monopoli

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