Carissimi amici,
mi piace inviarvi un saluto ed un ringraziamento con queste poche righe e per dirvi che vi ricordo tutti con affetto.
L’esperienza fatta in “Bethesda” (che sta per compiere un ventennio di attività in Bari), mi ha dato moltissimo. Voi tutti mi avete offerto l’occasione di arricchirmi culturalmente e umanamente.
Infatti per me operare in ambito ospedaliero come volontaria, prima del pensionamento pareva cosa lontana e impensabile.
Con voi ho scoperto un nuovo modo di vivere nel sociale, ho acquisito una visione più profonda e solidale della realtà, una capacità di condivisione più aperta ed altruistica.
Con voi ho capito che stare in corsia con gli ammalati e i sofferenti non è cosa semplice; che bisogna prepararsi culturalmente e spiritualmente per compiere il proprio mandato, tutte le colte che si va in corsia.
La malattia, la separazione dai propri cari, la lontananza dalla propria casa, sono difficoltà oggettive dell’ammalato, con cui il volontario deve fare i conti.
Spesso sono stata ringraziata sul campo, cioè dagli ammalati stessi, con belle parole, talora con un gesto o con un solo silenzioso sguardo, che per me era un grande poema! Tutti ci hanno fatto toccare con mano il prezioso valore di sentirsi tutti fratelli e fragili. Ed ho capito che il contributo disinteressato di tempo e attenzione offerto a qualcuno si risolve quasi sempre in un arricchimento per chi lo offre.
Carissimi, grazie ancora per l’amicizia e la simpatia che da subito mi avete regalato e fatto sentire una di voi,
Vi porto nel mio cuore.
Buon lavoro a tutti.
Gilda Elvira Ferrari