Sono in pensione da luglio 2007,  ho  seguito il corso di formazione nel periodo   sett. nov.2008 e dal 2009 sono volontario presso il presidio del Policlinico nel Reparto di Pneumologia.

Gli ammalati che vengono assistiti in questa struttura sono portatori di patologie che interessano l’apparato respiratorio,  per malattie comuni contratte nel corso normale della vita, a seguito interventi chirurgici con lunga degenza,  a seguito malattie gravi che debilitano le difese immunitarie e successivamente l’apparato respiratorio, o a seguito malattie contratte nell’ambiente di lavoro.

I ricordi che ho accumulato in questi pochi anni di volontariato sono numerosi e diversi a secondo dei pazienti che ho incontrato, perché a parte la condizione di salute, ognuno ha auto modo di cogliere l’occasione di aprirsi e raccontare  il suo vissuto (che non è da poco), come ad esempio le  loro attese di vita se giovani o anziani ,     le loro preoccupazioni se disoccupati con famiglia,       madri di bambini piccoli , situazioni di familiari da accudire,  casi di senza fissa dimora abbisognevoli di tutto                  e   altro……..

Le esperienze che più mi hanno segnato sono :

  • Aver avuto modo di rapportarmi con gli ammalati di SLA e loro familiari,
  • Aver ritrovato dei colleghi di lavoro con i polmoni intaccati dall’AMIANTO.

 

Gli ammalati di SLA

Difficilmente, per non dire mai, ricordo di aver trovato pazienti che non volessero rapportarsi con noi volontari. Sempre con il sorriso sulle labbra, chi con le poche parole possibili, chi con i gesti, chi con l’espressione degli occhi, evidenziavano tutti la forza di volontà di voler continuare a vivere nonostante le difficoltà della malattia e l’immobilismo  – per alcuni totale e per altri parziale –  degli arti e del corpo.

La forza di volontà era conseguente  al supporto dei familiari, nella maggior parte dei casi, moglie o marito , che gli ammalati  vantavano per l’abnegazione costante e completa.

Ho avuto modo di conoscere casi di malattie protratte nel tempo da più di dieci anni e di aver constatato segni di “stanchezza relativa”,  da parte dei familiari,  per scarsa  o assenza di  attenzione da parte del Servizio Sanitario Nazionale  per l’assistenza domiciliare.

Ho detto stanchezza relativa perché sono state le manifestazioni di quanto represso nel profondo del loro animo, senza alcun riferimento ai congiunti, ma sempre rivolti a chi non fa cosa si dovrebbe fare in questi casi limite.

Colleghi di lavoro

Mai avrei voluto incontrare colleghi di lavoro,  con problemi di salute così seri,  anche se le prospettive di coloro che hanno avuto rapporti in tempi non sospetti e senza le dovute protezioni individuali con  materiali contenenti amianto non lasciano ben sperare.                                                             .                                                                                                     .             Il primo collega ho avuto modo di trovarlo più  volte nell’arco di cinque anni di volontariato,  e si era instaurato  un rapporto nuovo – volontario , malato –  che, in più di una occasione  mi aveva  fatto capire di essere contento delle mie attenzioni.                                                                                                                                          .              Con il secondo, amico oltre che collega, il rapporto – volontario,malato – è  stato purtroppo breve. Dalla diagnosi all’intervento nel nord-Italia , la successiva  degenza a Bari e decesso sono trascorsi solo dieci mesi.

Marzano Giovanni         2013

Share This