Sono circa 3 anni che faccio la volontaria. Devo ammettere che l’entusiasmo iniziale di appartenere a questa grande famiglia è andato affievolendosi per una serie di comportamenti che mi hanno delusa e profondamente ferita da parte di alcune persone. Nonostante ciò, con la stessa umiltà, responsabilità ed impegno, è la terza estate che sto svolgendo il mio compito al Giovanni XXIII. Sono sempre stata convinta che se con il caldo, e tutto quello che ne deriva, faccio altro, perché non continuare anche la mia opera.
LA MALATTIA NON VA IN FERIE
Mi sono sentita dire da alcune persone che lavorano in ospedale “tu quando te ne vai in ferie”. Ma anche e soprattutto ho sentito da parte dei piccoli e delle mamme, l’importanza di esserci come volontaria, o meglio come qualcuno ad essergli vicino. Sarebbe bello ricordarsi: che se l’estate può creare disagi a molti, per chi è in ospedale li aumenta per ovvi motivi, oltre a confrontarsi con la malattia e poi aumenta la solitudine, il senso dell’abbandono, il tempo che non passa. Dove siamo noi?
Maria Caradonna
bella e sentita la testimonianza di questa volontaria.La malattia non va in ferie e nella solitudine dell’estate il bisogno di avere qualcuno vicino è molto forte. continua così, e, oltre alla tua intima serenità, porterai una goccia di rugiada agli ammalati, specie alle mamme dei piccoli ricoverati.
dora