Gregory è un ragazzo polacco di 37 anni, ricoverato nel reparto di neurologia del Policlinico da circa 3 mesi. Gragory in giugno del 2007 ha subito un gravissimo trauma cranico dovuto a una brutta caduta. E’ arrivato in neuro in condizioni gravi, dopo aver passato un lungo periodo in rianimazione. Non mangiava, non parlava, aveva la testa fasciata per la ferita, respirava dalla tracheotomia ed era sempre immobile, perché una specie di morsa gli teneva ferma la testa. Nella famosa stanza della “Riabilitazione”, sita nella neuro del 2° piano, Gregory passava le sue lunghe ore immobile. Noi volontarie ci siamo subito dedicata a lui con tante premure. C’è stata una vera gara di solidarietà per portargli indumenti vari e per stargli vicino il più possibile. Ma la prova più bella di solidarietà l’hanno data i malati ed i loro familiari di quella stessa stanza, i quali hanno fatto una colletta per pagare il viaggio della mamma di Gregory per farla venire in Italia dal figlio. La signora Mery è stata accolta amorevolmente da tutti e  soprattutto dalle suore di madre Teresa che non le hanno fatto mancare niente. Pasti caldi, pernottamento, indumenti, possibilità di lavarsi ed altre attenzioni. Unico vero ostacolo è che la signora Mery non conosce nemmeno una parola di italiano e neanche noi il polacco e quindi andiamo avanti a gesti, sorrisi ed abbracci. Però una volontaria, giorni fa, ha avuto una buona idea, ha portato li dalla signora Mery e da Gregory una ragazza polacca (badante di una amica) e così, tramite lei, abbiamo dialogato a lungo con la mamma di Gregory, la quale ci ha finalmente potuto dire tante cose, le sue ansie, le sue preoccupazioni, i suoi progetti e le sue speranze per il suo figliolo, e che, non appena lo dimettono, se ne ritornano in Polonia. L’incontro di queste due donne è stato bellissimo…si sono abbracciate come due persone che si conoscevano da tempo e quasi non volevano staccarsi più. Ora Gregory sta molto meglio! Mangia da solo, si può sedere sulla carrozzina, non parla ancora ma guarda tutti con quei suoi occhi azzurri pieni di interrogativi, ma anche di gratitudine.

Silvana Sergio

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