Il 13 giugno, S. Antonio, ricorre uno dei miei due onomastici. Perché due onomastici? E’ semplice: due nomi, Maria e Antonietta, due onomastici. Quest’anno avrei trascorso il 13 giungo all’Oasi di S. Maria a Conversano, per il corso di padre Brusco. Ma il mio onomastico non sarebbe sicuramente passato inosservato.
Sono partita da Bari seriamente intenzionata a mettere un po’ di scompiglio e tutti i volontari, volenti o nolenti, avrebbero festeggiato insieme a me l’importantissima ricorrenza. E’ bello trascorrere con le persone care il compleanno e l’onomastico, quest’anno, poiché la mia famiglia in quei tre giorni sarebbero stati i volontari, avrei fatto festa con loro e loro mi avrebbero festeggiato. E per fare ciò non occorreva che fossero d’accordo, bastava che ci fossero. E c’erano.
Fin dal mattino ho informato quelli che mi capitavano a tiro che era il mio onomastico e che perciò dovevano farmi gli auguri, in verità nessuno si è rifiutato. Al termine del pranzo appare suor Lia come una fatina e porta con sé una torta gelato e spumante; a quel punto si è scatenato il subbuglio:
grida, auguri, applausi, brindisi. Per una volta mi ha fatto piacere essere al centro dell’attenzione. Abbiamo mangiato il nostro gelato in allegria, ridendo e scherzando in un clima bellissimo di affetto e familiarità che ci ha accompagnato lungo tutta la durata del corso. Inutile dire che la più contenta ero io. Ma non è finita qui. In serata dopo cena, siamo usciti per visitare la chiesa barocca di S. Benedetto, dal momento che noi abbiamo anche interessi culturali, e specificatamente di carattere storico-artistico. Al termine della visita ci siamo fermati fuori ad aspettare Vittoria che aveva da sbrigare non so che commissione. Ero seduta su un gradino di un angolino con la mia nuova amica Enza e ci raccontavamo della nostra vita. A un certo punto sento chiamare: Tonia, Tonia! Boh! E chi sarà mai questa Tonia? Poi “Antonia!” Nessuno risponde. Tanto meno io. Infine mi chiamano con il mio nome: mi alzo e raggiungo i volontari. Vittoria mi consegna un pacco, avvolto in una carta, che senza dubbio è carta da regalo.
Allora è un regalo! Forse per me?!La mia sorpresa è grandissima, E quando si saranno organizzati? Boh! Lentamente apro il pacco e trovo una bellissima pochette. Sarà per me un caro ricordo di questa mia insolita festa. Alla sera chiacchieriamo a lungo nel portico che circonda l’antico chiostro del convento, facendo ahimè svegliare Catherine. Infine mi ritrovo nella quiete della mia camera e svolgo i compiti che ci ha assegnato per il giorno dopo il paziente e risoluto padre Angelo.
Diligentemente riempio le caselle che corrispondono alle varie voci: oggi ho appreso…ho preso coscienza di…sono capace di…infine le osservazioni sulla giornata appena trascorsa e senza esitare scrivo: la mia festa è stata bellissima!
Maria Antonietta Palmisano