(dialogo con i bambini nel laboratorio delle attività ludico-espressive)
La scatola è ancora chiusa: l’attenzione dei bambini seduti intorno al tavolo è grande.
La loro attesa si fa impaziente perché essi sanno che di li a poco, da quella scatola usciranno, uno alla volta, dei burattini a cui sono stati invitati a dare un’identità.
Anche Floriana ha smesso di piagnucolare. Il coperchio viene sollevato. Ed ecco apparire un primo pupazzo: ha la testa di cartapesta, il viso rubicondo, un costume di stoffa.
Viene animato, saluta, cammina, batte le mani, saluta ancora, si allontana.
Chi è? Che cosa fa? Come lo possiamo chiamare?
Sono tutte domande che vengono rivolte ai bambini.
NICOLETTA: – Può essere un dottore! –
BEATRICE: – A me sembra un pagliaccio…-
NICOLETTA : – Chiamiamolo Filippo- Filippo…Filippo…Filippo…! Gridano tutti.
FRANCESCO: – Va bene il nome! –
Il consenso generale è per questo nome e per la figura del burattino che ha proprio le sembianze di un clown.
Il secondo burattino ha anche lui la testa di cartapesta e un pezzo di stoffa nera che lo avvolge.
VALERIA: – E’ un fantasma! E’ un fantasma! –
Floriana si agita, ride divertita e chiama la madre:- Vieni a vedere il fantasma! –
FRANCESCO: – Chiamiamolo fantasma Nerino!-
Passa anche questo nome.
Una graziosa faccia di pezza con un bel cappellino emerge dal fondo della scatola e sorprende piacevolmente. Ha dipinto sul viso un bel sorriso.
NICOLETTA:- Mi piace! E’ una bella signora.-
MIRIAM: – Chiamiamola Sandra, signora Sandra! –
Poi fa capolino un burattino vestito da “vero” pagliaccio.
FRANCESCO.-E’ William. E’ il pagliaccio William! Nasce un po’ di discussione su questo nome e poi GIANNI: – Io lo chiamo Camillo!-
L’approvazione è generale. Emerge ancora una testa di cartapesta.
GIANNI:- E’ la mucca pazza! – Tutti ridono e battono le mani. Intanto a qualche burattino si dà la voce per parlare ora con l’uno, ora con l’altro dei bambini. La partecipazione diventa sempre più vivace e il divertimento è evidente.
VALERIA:- Mi dai un burattino? –
MIRIAM, GIANNI, NICOLETTA: – Anch’io…anch’io…Voglio far parlare io il burattino!
Alla fine inevitabilmente, i burattini passano nelle mani dei bambini. L’animazione diventa generale.
L’attività con i burattini è quanto di meglio di possa offrire ai bambini in ogni ambiente.
Infatti, oltre al valore educativo, il teatro dei burattini, ha un grande fascino sull’animo infantile.
E’ un mondo magico e misterioso in cui sono elementi fondamentali la fantasia e la trasfigurazione della realtà. E’ un gioco, spettacolo, lavoro e terapia insieme o una soltanto di queste cose secondo l’impiego mirato. In esso il bambino può essere non solo spettatore, ma può trasformarsi in attore e creatore dando libera espressione alla fantasia e alle proprie emozioni. Per il bambino ricoverato che vive una condizione di disagio emotivo proveniente essenzialmente dalla malattia, l’attività con i burattini può essere un’esperienza positiva tanto più se si considera l’immagine rassicurante che detta attività conferisce al luogo di cura.
Maria Capovivo