E’ da tempo che avevo voglia di portare la mia testimonianza e parlare delle motivazioni che mi hanno spinto ad impegnarmi nell’ attività di volontariato.
Spero che il mio personale percorso possa essere di stimolo per tutti coloro che intendono intraprendere una qualsiasi attività rivolta ad aiutare chi, meno fortunato, si trova in uno stato di sofferenza fisica e psicologica.
Tra le principali motivazioni che mi hanno convinto a partecipare ad iniziative di volontariato c’era il bisogno di sentirmi parte di un gruppo col quale condividere un’esperienza importante di impegno sociale.In effetti, una volta in pensione, si era risvegliato in me lo spirito di solidarietà e il desiderio di sentirmi utile verso gli altri, sentimento ignorato durante la mia intensa e impegnativa attività lavorativa.
Mi rendevo conto di aver vissuto senza particolari problemi, con una vita familiare serena ed un percorso lavorativo soddisfacente, senza trascurare la “buona salute” che mi aveva accompagnato durante tutto l’impegno lavorativo.
Era giunto il momento di restituire qualcosa a qualcuno.
Desideravo recuperare e impiegare parte del mio tempo in attività alternative, costruttive e gratuite.
Intendevo intraprendere un qualsiasi servizio per aiutare, senza nulla pretendere, persone in difficoltà, sole ed emotivamente fragili, portando un sorriso e ascoltando le preoccupazioni e i loro problemi.
Nel 2009, tutto questo si è concretizzato aderendo alla Associazione Bethesda.
Ricordo il primo evento importante, rappresentato dal corso di formazione iniziale, che rappresenta il momento formativo essenziale per intraprendere una tale attività, seguito poi da corsi annuali, non meno efficaci, volti ad accrescere conoscenze e capacità di tipo relazionale, cercando di fare dei sentimenti dell’altro i propri sentimenti.
La normale attività operativa quotidiana del volontario consiste nella visita amichevole e nell’attenzione ai malati a livello umano, con un continuo scambio di sensazioni e di emozioni.
Ero convinto che chi aiuta l’altro lo fa per dare, per aiutare, non perché ha bisogno di ricevere qualcosa, ma nella realtà non è stato così; come in ogni relazione, l’interazione è reciproca.
Una relazione è fatta di scambio: si dà qualcosa e si riceve qualcosa.
Oltretutto, ripensando, se così non fosse, forse, si esaurirebbero le motivazioni e di conseguenza il servizio.
L’adesione ad una qualunque attività di volontariato può coinvolgere tutti, tutti coloro che hanno del tempo da dedicare.
Anche per i giovani può rappresentare un’interessante occasione formativa per acquisire capacità relazionali.
Intendo, infine, ringraziare l’Associazione che mi ha consentito di esternare la sopita volontà di aiuto nei confronti del prossimo, ma anche per avermi fatto provare che si può fare del bene facendosi del bene.

Nino D’Ambrogio

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