L’arte in Istituto

La coordinatrice del gruppo volontarie dell’istituto oncologico “Giovanni Paolo Secondo” mi ha inviato la locandina “l’Arte in Istituto”. Mi invitava a partecipare a questa iniziativa che si sarebbe protratta per diversi mesi ed aggiungeva “ .. so che sei sensibile a queste cose”.
Non ho lasciato cadere l’invito della carissima Chiara (nomen omen). Ero incuriosita dall’iniziativa e tornavo volentieri in quell’istituto dove ho lasciato cari ricordi ed ho scoperto di avere anche qualche amico
L’iniziativa di questo ciclo di incontri sull’arte in Puglia è partita dal Dott. F. Giotta, insieme alla Dott.ssa A.M. Fioretti.
Il medico oncologo ha illustrato le motivazioni dell’iniziativa: L’Arte  egli ha detto nobilita gli animi e aiuta anche a superare i momenti difficili. Prima di introdurre la relatrice Dott Chiara Gelao, il Dott. Giotta ha invitato i presenti a visitare  l’ospedale, i cui corridoi sono pieni di quadri, disegni e sculture ed ha aggiunto che la bellezza è un vero antidoto alla malattia, eleva la mente e aiuta a superare le difficoltà e lo sconforto.
Durante il periodo di volontariato mi era stata affidata una tirocinante, amabile e ben coinvolta  nello spirito di “Bethesda”. Un giorno si presentò con un album pieno di foto e disegni che illustravano scene della natura, il mare , il fondo marino con animali. Mi disse che nel giro di visite avrebbe voluto mostrare quelle foto agli ammalati e discuterne con loro.
Non volli contraddirla: “proviamo  – le dissi – senza forzare i nostri amici però”.
In realtà l’esperimento ebbe successo e ricordo Michela chiacchierare con quegli ammalati (si trattava per lo più di uomini) che mostravano interesse e gradimento .
La relazione della Prof. Gelao mi ha riportata alla realtà. E’ stato un piacere ascoltarla per la semplicità, la passione ed allo stesso tempo la sua profonda cultura. Oltre ad essere una grande professionista, la relatrice ci ha detto che lei stessa ha dovuto affrontare il tumore, con le ansie e la sofferenza che questo male procura anche solo a nominarlo, e Lei ha trovato conforto e forza proprio nelle bellezze delle opere d’arte.
La sua relazione accompagnata dallo scorrere di diapositive, ha catturato l’attenzione dei presenti, né avrebbe potuto diversamente.

Dora Bellifemine

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